Chi riceve un dono, e dice "grazie", fa esperienza dell'amore, e anche della sua gratuità: diciamo "grazie" perché vediamo risplendere nell'altro la bellezza di una dedizione, un impegno, un desiderio di dare (anche a costo di sacrifici) che non appartengono alla logica del "do ut des", perché ci rendiamo conto di ricevere qualcosa di buono che non ci è dovuto, un "di più" importante per la nostra vita che ci viene offerto per il nostro bene, non per i nostri meriti o per ottenere in cambio qualcosa. Osserva il poeta Davide Rondoni: "Il "grazie" è sempre legato al "gratis", tanto è vero che l'atto che più di ogni altro suscita riconoscenza è il perdono. Quando una persona viene perdonata è profondamente grata perché riceve un atto d'amore sommamente immeritato, gratuito".
(da un articolo di Cristina Uguccioni)
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