Quell'anno, in seconda liceo, era arrivata una giovane professoressa di filosofia da un istituto di Milano, bella e spigliata, che si divertiva a fare l'imitazione di Franca Valeri. Questa giovane professoressa dichiarava di essere innamorata di uno di noi, ma in realtà in molti l'avevano vista spesso in compagnia di Barlozzini, e questa voce si sparse tra noi.
Lei abitava a Frosinone, e ogni tanto qualcuno di noi andava a trovarla, perché lei diceva di sentirsi sola nella piccola pensione dove si era sistemata. Una volta andai a trovarla anch'io, insieme a un altro compagno di classe, e la pregammo di darci una mano dato che era insorto qualche problema nel nostro profitto. Lei, generosa come sempre, ce lo promise e cercò di mantenere la promessa.
Forse per questo un giorno ci disse di aver sognato uno di noi, e tutta la classe rimase a bocca aperta pensando a chissà quale sogno amoroso. Indicarono proprio me come sospetto, perché lei, che era molto amica di Barlozzini, aveva letto alcuni miei temi e le erano paciuti moltissimo.
Certi atteggiamenti della giovane professoressa milanese non piacevano alla presidenza; se ne discusse a lungo, ed in concreto l'anno successivo fu scelta un'altra insegnante di filosofia, un'anziana molto seria di nome Margherita Guidacci.
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