Incredibile. Sono passate appena cinque giornate, e i tifosi laziali hanno già trovato il loro nuovo grande idolo: Miroslav Klose, anni 33, cannoniere emerito, protagonista delle due vittorie in trasferta e del 2-2 di Milano.
Nel frattempo, Maurito Zarate ha fatto qualche fugace e deludente comparsa nell'Inter: unica cosa bella, il gol vittorioso per i nerazzurri nel finale sul terreno della gara di Mosca in Champions League. Auguriamo a Maurito di fare bene nell'Inter, essendo sempre un giocatore legato ancora alla Lazio, ma nello stesso tempo prendiamo atto che il "vecio" Klose è un giocatore dal rendimento costante e dalle trovate geniali nell'area di rigore avversaria: due qualità che mancano quasi completamente al "genietto" argentino, uomo da molto fumo e poco arrosto.
Klose, invece, è tutto concretezza. Nessuna sua mossa è mai a vuoto. Preziosi perfino i suoi arretramenti e i suoi recuperi difensivi: capace di trovarsi sulla linea di Marchetti a salvare anche qualche situazione imbrogliata.
E questo, quando mai Zarate l'ha fatto? Se Reja ce l'ha costretto, ha sempre portato un muso così, come per dire: "Ma che cosa mi fai fare? Non hai capito che io sono il genio dell'area di rigore avversaria?" Grande forse, presuntuoso sicuramente.
Miroslav Klose è grande e umile. Tornato dall'ultima partecipazione alle gare della nazionale tedesca, arrivò a Formello che la prima squadra aveva già concluso l'allenamento. Klose chiese di allenarsi, allora, con la Primavera. E quando i mocciosi uscirono dal campo, Klose rimase lì, a raccogliere i palloni, metterli nel sacco, e portarli negli spogliatoi. Umiltà e grandezza di un uomo superiore.
Klose ha incantato e conquistato tutti. Verranno anche per lui, certo, i momenti meno brillanti e quelli di scarsa vena. Ma siamo sicuri che non mancherà mai in lui la voglia di far bene, e di conquistare sempre di più il cuore dei tifosi laziali.
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