Sfiduciato da Ezio De Cesari, avendo perduto il suo appoggio non per colpa mia, ma per la malizia di due o tre colleghi che gli stavano intorno e mi vedevano come il fumo negli occhi, io mi dibattevo tra mille incertezze.
Una mano volle darmela anche Sergio Neri, che era divenuto il caporubrica del ciclismo dopo il pensionamento di Ennio Mantella, ritiratosi nella sua Jenne sull'altipiano di Arcinazzo.
Sergio Neri, di origini riminesi, aveva il padre che di recente era divenuto preside della scuola media dell'obbligo a Morolo, poco più giù di Anagni.
La media dell'obbligo era stata istituita da poco, e gli insegnanti scarseggiavano, per cui c'era la grande possibilità di fare una supplenza annuale che assicurava anche lo stipendio estivo e la probabile riassunzione il settembre successivo.
Io volli fare la prova, e promisi a Sergio Neri di presentarmi il mattino successivo alla Scuola Media di Morolo da suo padre. Presi il treno dello Stato, ma una volta giunto alla stazione di Morolo mi accorsi di dover percorrere ancora un paio di chilometri di salita. Mezzi pubblici non c'erano. Arrivai trafelato in presidenza.
Neri senior mi accolse bene, da gran signore. Ma io gli feci capire che , se anche l'insegnamento mi piaceva, non me la sarei sentita di affrontare un'annata pesante in quel modo.
In realtà io volevo sì intraprendere l'insegnamento completando il corso di laurea, ma in quel modo mi sarebbe rimasto ben poco tempo utile per lo studio, per cui decisi di lasciar perdere e di continuare a guadagnarmi quei pochi soldi delle mie collaborazioni giornalistiche, molto più leggere.
Nessun commento:
Posta un commento