Anch'io fui felice per questa soluzione, che non mi lasciava nessun rimorso nei confronti della mia famiglia, ancora bisognosa di un certo sostegno. Così potei continuare nel mio sogno di giornalista, giustificato anche dal fatto che stavo per concludere gli studi per la laurea in lettere che mi avrebbe comunque consentito la soluzione dell'insegnamento.
Mio fratello Vito però non la prese proprio nel migliore dei modi. Fu contento certamente per Luciano, ma quanto a me, quando mi vide intraprendere la via dell'insegnamento, non mancò mai di rilevare che come soluzione economica era tutt'altro che adeguata, dopo aver studiato tanto e anche lavorato tanto.
Dei quattro fratelli maschi, infatti, di cui due bancari e uno riassicuratore, quello che rimase più indietro come situazione economica fui proprio io: lo stipendio d'insegnante delle scuole medie superiori non era nemmeno la metà di quanto guadagnavano gli altri, e oltretutto lasciava solo un minimo margine di espansione in prospettiva, contrariamente a quanto accadde per loro che finirono tutti la carriera da funzionari e con una liquidazione stratosferica.
Ma...chi ha colpa del suo mal pianga se stesso.
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