Ormai, comunque, la mia strada l'avevo scelta: avrei lasciato definitivamente l'ambiente del giornalismo, dal quale ero rimasto profondamente deluso dal punto di vista umano.
Così, piano piano, andavo sostituendo a quel mondo quello della scuola: accettai alcune lunghe supplenze nelle scuole medie di Roma, al Casaletto, in Via Bagnera sulla Cristoforo Colombo ed altre ancora, man mano che andavo sostenendo gli esami e mi stavo accostando alla laurea.
Anche la scuola mi piaceva, infatti, e la mia continuava ad essere la possibilità di una scelta fra due professioni ugualmente amate: scuola e giornalismo.
Un collega di Acuto, il professor Mario Ticconi, insegnante d'italiano, mi diede una valida mano nel procurarmi lunghe supplenze ed anche delle ripetizioni in una scuola privata gravitante sull'Istituto Tecnco Galileo. Ebbene, il bravissimo professor Ticconi mi pregava caldamente d'intraprendere la via della scuola, ma di non mollare con il giornalismo sportivo, coltivando delle buone collaborazioni come quella con "Tuttosport", dato che riteneva il mio modo di scrivere molto interessante, con il pregio di affrontare lo sport da un punto di vista più umanistico e psicologico che non freddamente tecnico.
Al bravo professor Mario Ticconi, perciò, per tanti motivi, io debbo una sincera gratitudine.
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