Di questo rilassante corso del biennio la mia illustre collega ha fatto un motivo di vita per tutti i suoi trent'anni di carrriera, casa e bottega nel proprio paese natio, con la fortuna che l'ha sempre assistita, un matrimonio favoloso con un grande professionista, e senza nessun problema di ordine economico.
Una crescente ricchezza, certamente procurata con un serio impegno professionale e con una grande avvedutezza, ha consentito alla collega in parola, in coppia con il marito, di acquisire una serie di abitazioni nel paese, con un bellissimo studio, e altrettanto nella capitale, sede alternativa e ormai privilegiata.
La cara collega, parecchi nani fa, all'atto dell'acquisizione in paese di una bella palazzina liberty, restaurata a regola d'arte per farne la sua lussuosa abitazione, volle invitare per l'inaugurazione l'intero collegio dei docenti per uno storico pranzo tenuto sul terrazzo della palazzina, un vero e proprio giardino pensile babilonese, con uno straordinario panorama sulla vallata e con piante esotiche coltivate con la massima cura.
A noi colleghi, meno baciati dalla prosperità, non sembrava vero che la brava insegnante potesse sfoggiare con tanta eleganza e generosità le sue enormi risorse: una casa piena d'argenteria e di mobili e soprammobili di lusso, un vero capitale speso in ninnoli e quadri di grande valore economico. Potersi permettere tanto sfoggio era possibile solo a lei, sfidando magari l'inevitabile sfilza di critiche, non sempre benevole, sul buon gusto e la classe che accompagnano le iniziative di una vera signora.
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