Ha una grande cultura, la sua laurea in lettere non è come la mia, di indirizzo moderno, bensì di taglio classico, latino e greco. Eppure, per comodità, insegna in un istituto tecnico, e inoltre non si è mai voluta cimentare nelle più impegnative classi del triennio, quelle che comprendono gli esami di maturità e lo studio piuttosto approfondito della letteratura italiana dell'Ottocento e del Novecento e quello della storia dei nostri tempi, che affronta le grandi tematiche della politica mondiale degli ultimi due secoli.
Sto parlando di una brava collega, che ha titoli culturali impegnativi, ma non ha mai voluto mettersi alla prova, e si è limitata in tutta la sua ormai trentennale carriera all'insegnamento della grammatica nel biennio, con il comodo corredo delle letture antologiche non sistematiche, e quanto alla storia rimanendo ancorata a quella antica, propria dei suoi studi classici.
Anch'io, negli ultimi anni della mia carriera scolastica, ho abbandonato l'assai più impegnativo insegnamento del triennio, che richiede anche una preparazione filosofica, sociale e politica senza la quale non si può certamente affrontare la preparazione di ragazzi di vent'anni ormai dalle idee abbastanza evolute del mondo adulto e contemporaneo.
L'insegnamento nel biennio, negli ultimi tre anni del mio curriculum, è stato per me estremamente rilassante, ricco di fantasia e d'inventiva, pieno anche di divertenti invenzioni, come il ricorso a sussidi didattici audiovisivi, film, dischi, radio, cassette musicali, studio di testi di canzoni dei cantanti più impegnati: i ragazzi mi seguivano con molto interesse, ed era per me un vero piacere e quasi una "sine cura", cioè un rilassante viaggio senza l'ossessione di programmi assai pesanti e impegnativi.
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