La politicizzazione a scuola è qualcosa di veramente orribile. Come te ne accorgi? Quando senti che gli alunni non ti ascoltano più, che assumono nei tuoi confronti un atteggiamento scettico e di critica preventiva, come se qualcuno li avesse istruiti al riguardo.
Io ho sempre avuto un ottimo rapporto con i miei alunni. Ho sempre sentito che mi ascoltavano e che nutrivano stima e considerazione nei miei riguardi perché ce la mettevo sempre tutta, e il mio unico desiderio era che tutti migliorassero, dal primo all'ultimo.
Ci fu tuttavia un periodo oscuro anche per me, quando nel mio istituto improvvisamente le cose cambiarono: venne un preside nuovo che si appoggiò completamente a una certa parte politica, consentendole di prendere il comando di tutte le operazioni culturali e didattiche.
Improvvisamente, capii che alcuni alunni ce l'avevano con me in modo preventivo, acritico, giudicandomi cioè ab anteriori: non potevo esprimere una qualsiasi considerazione o un qualsiasi parere, senza che mi venissero bruscamente ribattuti, o, se proprio non contraddetti, erano accompagnati da risatelle sarcastiche e disarmanti.
Questo accadeva specialmente nella correzione dei compiti scritti, nei quali mi ero sempre appplicato con la massima cura e attenzione. Nessun alunno aveva mai osato contrastare le mie correzioni, o se lo aveva fatto si era poi dovuto convincere, dopo ampia discussione, che io avevo avuto le mie ragioni nel correggere certe posizioni e certi punti di vista, quando non si trattava specificamente di errori grammaticali.
Spesso le mie correzioni non erano precisamente una presa di posizione categorica, bensì in genere quello che io ritenevo un miglioramento nello stile e nella fluidità dell'esposizione.
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