A scuola, fede e politica non vanno per niente d'accordo. L'Italia è indubbiamnete un paese culturalmente evoluto e civile, e anche se le sue tradizioni cattoliche sono molto forti, specialmente in provincia, non si può dire che sia un paese integralista, che impone con la forza le proprie convinzioni religiose come può accadere in molti paesi orientali e massimalisti.
Comunque, nelle nostre scuole, di provincia, specialmente nelle superiori, è fortemente radicata la tradizione religiosa che tende a ritenere indispensabile l'adozione del crocifisso nelle classi e l'uso di celebrare una messa nelle festività natalizie a pasquali, con la presenza di alunni e insegnanti, e durante la messa la partecipazione al sacramento dell'eucaristia come momento di massima adesione alla fede cattolica.
Vanamente i moltissimi insegnanti aderenti alle idee della sinistra anche estrema hanno cercato di discutere l'adozione del crocifisso in classe e la partecipazione alla messa e ai sacramenti cattolici in nome dell'uguaglianza dei diritti alla libertà relisiosa e di culto. C'è stato inoltre un periodo in cui la stessa sinistra, vista l'inutilità dello sforzo di laicizzazione della scuola, ha finito per appiattirsi su posizioni religiose tradizionali proprio per non far perdere l'adesione dei cattolici alle idee della sinistra laica. Così abbiamo assistito allo spettacolo veramente insolito di professori di quell'orientamento accostarsi con improviso fervore al sacramento dell'eucaristia, per dare il buon esempio agli alunnni e non perdere l'adesione alle idee marxiste.
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