Per alcuni anni, fra il 1980 e il 1985, ho collaborato attivamente con il "Messaggero" per servizi di cronaca e di attualità nella zona di Palestrina. Era un lavoro che m'impegnava abbastanza, ma che dal punto di vista economico non mi fruttava molto. Riuscivo mediamente a ricavare una piccola cifra, circa la decima parte di uno stipendio, ma per me era importante e soprattutto mi dava modo di affrontare argomenti di un certo interesse politico, culturale e sociale.
Trovandomi in un grande istituto medio superiore frequentato da studenti e dipendenti di segreteria di tutta la zona da San Cesareo a Subiaco, passando per Palestrina, Valmontone, Cave, Genazzano e centri limitrofi, senza fare troppa fatica riuscivo a dare quotidianamente al giornale una serie di piccole notizie e di quando in quando anche degli importanti servizi, che spaziavano dalla cronaca all'arte, dall'attualità all'impegno sociale. Gli studenti mi davano spesso una mano fornendomi informazioni fresche dei loro paesi, e altrettanto facevano alcuni dipendenti dell'istituto, addetti alla segreteria economica e a quella didattica.
Per il resto tenevo i contatti con gli enti pubblici, con la Pretura di Palestrina e con il comando dei carabinieri. Inoltre seguivo con attenzione il lavoro dei centri sociali e culturali. Per me era talvolta anche un impegno duro, specialmente per alcuni servizi di cronaca, incidenti, scandali, e perfino qualche grave episodio di cronaca nera.
Questa piccola corrispondenza giornalistica mi aveva dato modo di riprendere, sia pure in tono minore, la mia attività giovanile di giornalismo sportivo, che mi aveva fatto sfiorare un contratto giornalistico professionale, poi abbandonato per dedicarmi interamente alla carriera scolastica. Non mi era mancata, neanche stavolta, l'opportunità di farmi un po' di largo e talvolta di mettermi in evidenza, fino a ricandidarmi per un possibile contratto professionistico.
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