Tra il 1970 e il 1980, nelle scuole superiori della zona prenestina regnava un pendolarismo forsennato. Nelle due ore di punta, fra le 7 e le 8.30 del mattino, e poi al'uscita, dalle 13 alle 14.30, centinaia e centinaia di ragazzi si affollavano alle fermate degli autobus, prendendo letteralmente d'assalto le vetture che provenivano da Roma o dal reparto Acotral di Genazzano.
Palestrina, una cittadina di soli ventimila abitanti, riusciva a concentrare quasi tutti i tipi di scuole superiori: liceo classico, magistrali, geometri, ragioneria e professionali di vario tipo. Un concentramento di oltre duemila alunni provenienti da un ampio raggio di località: da Olevano, Bellegra, Valmontone, Labico, Zagarolo, San Cesareo, e molti perfino dalle periferie Casilina e Prenestina di Roma, che preferivano iscriversi alle scuole superiori di Palestrina anzichè a quelle, sovrappopolate e con vari problemi di carattere sociologico, delle borgate romane.
In questo feroce pendolarismo, con vetture sempre superaffollate fino all'inverosimile, rimanevo coinvolto anch'io che non guidavo l'automobile, e per compiere i sei chilometri tra Cave e Palestrina ero costretto a sopportare disagi incredibili. Solo sporadicamente riuscivo a usufruire di cortesi passaggi di colleghi sulle loro auto private.
Poi, finalmente, la zona di Palestrina riuscì piano piano a dislocare molti istituti superiori nelle vicine cittadine. Cominciò Zagarolo, con l'apertura di un liceo scientifico, e poi sorsero altre scuole di secondo grado a Valmontone, a Genazzano e a Cave. Quest'ultima, specialmente, nel recente ventennio ha saputo organizzarsi e ottenere l'apertura di un istituto alberghiero, di una succursale di ragioneria e di un liceo artistico, sicchè buona parte del pendolarismo che gravitava su Palestrina si è andato alleggerendo e distribuendo su una zona più ampia, con molti vantaggi per gli alunni e per gli stessi insegnanti.
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