- Ma allora ero soltanto un burattino! - disse ad alta voce Pinocchio. - Ora sono un bambino vero, ed ho dovuto soffrire un bel po' per diventarlo -
Era un bambino, ed anche maturo, pensava: ed anche il mio amico Lucignolo non era poi neanche lui un poco di buono, si è convertito e vuole rendersi utile alla gente. La Fatina dai capelli turchini gli ha dato fiducia, e lui sta dimostrando di meritarla. In pochi mesi, si è trasformato da asino morto in un bambino pieno d'idee e di buona volontà.
Geppetto rientra che sono già le otto. L'aria si è già fatta scura. Accende la solita candela : la luce elettrica, in paese, non è ancora arrivata, se ne parla soltanto come fosse un sogno lontano. In qualche città come Londra o New York si possono già vedere delle luci elettriche per le strade.
E la cena? Geppetto ha davvero portato con sé le famose due pere. Lui ha mangiucchiato qualcosa all'osteria con l'amico mastro Ciliegia che gli ha offerto un po' di pane e formaggio e gli ha regalato quelle due pere per il suo figliuolo Pinocchio.
Pinocchio, tutto preso dalle sue nuove idee, non ha neanche troppa fame. Lava in fretta quelle buone pere nel lavandino dell'acquaio, toglie solo il picciuolo e poi le divora intere, con tanto di buccia e di torsolo, lasciando da parte soltanto i semi.
- A proposito di pere - dice finalmente al suo padre putativo - lo sai, babbo, che Lucignolo non è morto? Lo sai che vive con la Fata dai capelli turchini? -
Geppetto è sbalordito e commosso. - Vivo? E sta a casa con lei come se fosse un figlio? -
- Sì, babbo. La Fatina gli ha lasciato tutto, ed è partita. Lui è stato capace di rimettere in piedi il giardino e il frutteto, e domani andremo, io e lui, a vendere pere, mele e pesche al mercatino. Così potremo guadagnarci da vivere! -
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