- Dove si va, adesso? - disse Pinocchio sconsolato. - Dal mio babbo Geppetto non ho proprio il coraggio. Pensare che mi stimava così tanto, che credeva di essere diventato ricco anche lui! Troppa delusione, troppa delusione! -
Lucignolo disse: - Si va dalla comare Chiocciola. Non è cattiva, in fondo. E' stata lei che mi ha procurato i cinque zecchini d'oro. Oh, se non li avessi mai cambiati, i miei scudi! Mi sembravano troppo pesanti, trecento scudi, ma quei bricconi non me li avrebbero mai potuti rubare -
E giù lagrimoni grossi così. Col carrettino ciondoloni, rientrarono pian piano a casa della Fata dai capelli turchini. Per fortuna Lucignolo aveva la chiave, perché altrimenti comare Chiocciola avrebbe impiegato due ore per venire ad aprire.
Invece comare Chiocciola era lì sulla porta e sembrava che li stesse aspettando.
- Oh, bambini, ma cosa avete? - disse con voce lenta lenta. - Perché quest'aria così sconsolata? -
Lucignolo raccontò tutto, e madama Chiocciola non sembrava credere a tanta cattiveria e malizia.
- Mi avevate detto che erano due bravi animali, generosi e precisi. Si è visto! Ma ora su, non ci state a pensare troppo. Un po' di scudi per comprare un somarello ci sono rimasti. E cambierete attività. Andate dal Pescatore Verde alla grotta sul mare, e ditegli che potete vendere i suoi pesci. Invece delle pesche e delle banane, venderete i pesci. Può essere anche un buon cambio. Basta che stavolta non vi fate gabbare -
A comare Chiocciola si era sciolta la lingua. Parlava e parlava veloce come non aveva parlato mai. E mentre lei parlava, Pinocchio e Lucignolo si andavano consolando della grande sventura che avevano dovuto sopportare.
- Domani mattina andiamo dal Pescatore Verde a fare il nostro nuovo patto commerciale - disse Lucignolo serio serio. E Pinocchio tornò di nuovo sereno a casa di Geppetto a raccontare tutto senza disperazione.
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