martedì 14 febbraio 2012

Che fare con Zarate: 15 milioni o lo riprendiamo?

Di referendum, nel calcio, se ne fanno tanti, ma uno molto interessante sarebbe senz'altro quello su Zarate. Che cosa deve fare, la Lazio: realizzare i 15 milioni del suo prezzo, oppure recuperarlo per il prossimo anno?
Infatti, si sa che Spalletti vorrrebbe subito Maurito per il suo Zenit di Mosca già per questo scorcio finale di campionato. Zarate non vorrebbe muoversi da Milano, spera ancora che l'Inter trovi la maniera di utilizzarlo e possibilmente di rilanciarlo. Forse si è pentito di aver lasciato la Lazio, dove bene o male era considerato un titolare e avrebbe disputato quasi tutte le partite almeno parzialmente, con la possibilità di realizzare una decina di gol a campionato, come è sempre accaduto.
Maurito ha 25 anni, a pallone ci sa giocare sul serio, l'unico vero problema non è neanche di natura tattica, bensì di disponibilità a stare agli ordini di Reja. Con le idee tattiche di Reja si è trovato male anche Cisse, un giocatore e cannoniere veramente grande, ma se fosse stato disposto umilmenmte ad assecondare la visione di gioco di Reja avrebbe potuto benissimo tenere il suo ruolo e aspettare il momento del ritorno al gol. Zarate dovrebbe fare altrettanto, e se davvero volesse riprendere la sua strada in biancoceleste basterebbe essere solo un tantinello più malleabile.
Ora si lanci pure il referendum: Zarate lo vogliamo oppure no, noi tifosi della Lazio? O sarà meglio recuperare quei 15 milioni per comprare un altro giocatore più concreto, magari il famoso centrale difensivo giovane che aspettiamo da anni? Guarda caso: 15 milioni ce li offrono già tante squadre europee per quel Lulic che, con tanta umiltà e buona volontà, si è trasformato da pulcino a vera aquila imperiale, adattandosi alla trasformazione da terzino a potente centrocampista impostagli da quel mago che sa essere spesso Edy Reja.
Se vuoi diventare un grande calciatore, vai a giocare da Edy Reja: è per questo che la Lazio, ora, può vendere dappertutto i suoi giocatori in soprannumero, rivalutati e corteggiati, mentre una volta nessuno li voleva. Zarate e Cisse avrebbero dovuto tenerne conto, ma si sono ribellati, e almeno nel caso di Zarate non gli è convenuto per niente.

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