Hanno aspettato in piedi che cominciasse la ripresa. Non si sono neppure seduti per riposarsi un attimo. Reja li ha incitati. - Vinceremo noi, lo so! - Ha tolto Candreva e gettato in campo Libor Kozak appena appena rimesso in piedi dopo mesi di ambulatorio.
Quel che ha fatto la Lazio nei dieci minuti dall'8' al 18' della ripresa ha dello storico, resterà nella storia. Un uomo in meno e sotto di due reti, chi non si sarebbe arreso? La Lazio no. Trafitta da Mutu e Jaquinta, con una difesa messa in piedi con gli ultimi scarti disponibili, con i nervi saltati e Konko subito espulso, con Zauri rimediato all'ultimo minuto come centrale. Un inferno! Partita andata, tutte le ambizioni laziali miseramente crollate...
Invece no. Le aquile sanno osare, possono osare: ed hanno osato. Klose si è messo a suggerire i movimenti giusti, Kozak è entrato a meraviglia nell'ingranaggio, Hernanes ha dato vita ad alcune delle cose più belle mostrate da quando è in Italia: magnifico il gol del 1-2. Magico poi il fedente di Lulic lanciato ancora da Klose: ecco lo straordinario pareggio!
Ma alla Lazio non basta. Vuole la vittoria. E la vittoria arriva. E' Klose ad accendere ancora la miccia nel giro di tre minuti, e Kozak esplode in un tiro che s'infila beffardo tra le gambe di Antonioli. E' la vittoria, l' incredibile vittoria che dall'inferno ci porta in paradiso, dalle speranze perdute alla gloria conquistata, al terzo posto provvisorio che ci vede incredibilmente scalcare in poche battute quell'Udinese che è tra le grandi dall'inizio del campionato.
Tante sono le pagine della storia biancoceleste. Ma, credete a me che faccio tifo per questi colori dalla bellezza di 64 anni: una pagina così bella non l'avevamo ancora letta, una gioia così profonda in pochi minuti non l'avevamo ancora vissuta. E ci porterà lontano.
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