venerdì 24 febbraio 2012

I giovani e la religione

Oggi, da parte dei giovani, c'è uno spegnimento d'interesse nei confronti di un vissuto di Chiesa che attira poco? Si preferisce ripiegare su forme blande, part-time e fai-da-te, elastiche e flessibili del credere? Sì e no. Nel senso che la giovinezza resta - oggi come ieri - il segmento della vita che più si distanzia dall'esperienza religiosa tradizionale, ma si dimostra anche fucina per nuove eleborazioni e rilanci.
Che vi sia discontinuità, anche notevole, rispetto a tappe che un tempo erano del tutto consequenziali e spingevano verso un vissuto cristiano sociologicamente garantito non sorprende più nessuno, e si va verso un cristianesimo scelto perchè interessante. La preoccupazione primaria della Chiesa , nella prospettiva di un'adesione alla fede oggi del tutto libera, non dovrebbe essere quella di non perdere i giovani, ma che essi non si perdano.
Il disinteresse personale è la misura del vero interesse nei confronti dei giovani, a tutti i livelli, perché dice che si mette davvero al centro il loro vero bene.
(da un articolo di Ugo Sartorio)

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