La vendita degli ananassi e delle banane non andò per niente male: Pinocchio e Lucignolo si ripagarono dei tre scudi e ne guadagnarono altri due.
Gli ananassi erano grandi e maturi e furono tutti venduti; rimase qualche banana, ma Pinocchio ne prese un po' per il babbo Geppetto e Lucignolo un altro po' per Madama Chiocciola che gli preparava tutti i giorni i pasti. Facevano la vita da gran signori: grazie, grazie, Fatina dai capelli turchini.
Anche il giorno dopo compare Orso Bruno e compare Struzzo portarono la stessa quantità di ananassi e di banane, e se la fecero pagare tre scudi. La vendita andava benino, e c'erano altri due o tre scudi di guadagno.
Il terzo giorno l'Orso disse: - Se volete, potete assicurarvi la fornitura per tutta l'estate. Pagherete soltanto trecento scudi o cinque zecchini d'oro, come preferite -
Lucignolo quella cifra l'aveva già messa da parte: la comare Chiocciola, che conosceva un grosso banchiere, trasformava gli scudi in zecchini d'oro.
A Lucignolo l'affare proposto da compare Orso parve conveniente. Fornitura per tutta l'estate voleva dire un guadagno assicurato almeno del doppio.
- Lasciate che ne parli un po' col mio amico Pinocchio - rispose.
- Bene. Se siete d'accordo, domani venite al mio banco, dieci metri più in là, e concluderemo l'affare -
Lucignolo fece presto a convincere Pinocchio. Così il giorno dopo portò con sé i cinque zecchini d'oro, tutto il loro guadagno dopo mesi di fatiche. Quando ebbero finito di vendere la solita quantità di ananassi e di banane, si accompagnarono all'Orso Bruno e allo Struzzo con gli occhiali, che li stavano aspettando, e arrivarono a una grande porta che recava sopra la scritta: "Banca dell'Orso".
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