Rispetto al derby di andata, molte carte sono state cambiate nella Lazio. Ceduti Cisse e Sculli, andati via anche Stendardo e Del Nero, infortunati Brocchi, Rocchi, Cana, in forte dubbio Radu e Konko, perduto per oltre un mese Senad Lulic: mamma mia, ci sarebbe da mettersi solo le mani nei capelli, per il povero zio Edy.
Gravissima soprattutto la rinuncia forzata a Lulic, grande protagonista della partita di andata. E meno male che è avvenuto il recupero di Stefano Mauri, che si candida per un ruolo di grido nella stracittadina di domenica prossima, da vecchio capitano aduso alle battaglie del derby. Sarà un po' questa la chiave dell'incontro, per la Lazio: il lavoro che Mauri saprà sostenere al posto del grande dispendio di energie del bosniaco, certo dotato di minor classe ma dalla forza fisica straripante.
Comunque Mauri avrà un ruolo fondamentale a centrocampo, in coppia con Hernanes, e con Ledesma, Matuzalem e Gonzalez formerà un pentagono dotato di classe, di gran possesso di palla e anche, con l'uruguayano, di un bel po' di vigoria fisica per supplire all'assenza di Lulic.
La Lazio è racchiusa per il resto in un binomio Marchetti-Klose che ci può essere invidiato: cannoniere che segna spietatamente, portiere che para nei momenti decisivi, due qualità che fanno una grande squadra. Marchetti sta dimostrando quanto sia ingiusta la preclusione del ct Prandelli nei suoi confronti: è mai possibile che gli preferisca Sirigu e Viviano, ed anche De Sancstis, che non sta certo facendo un grande campionato?
Per la linea difensiva, abbiamo di sicuro Dias, Biava e Diakité, mentre per l'altro ruolo di terzino si dovrà contare sul vecchio ma sempre valido Scaloni e sul bravo Garrido, che sta dando segni di chiara ripresa.
Tutto sommato, una squadra buona Reja riuscirà a metterla su. Ma ci vorrà cuore, grande cuore, e umiltà, profonda umiltà, per mettere a sedere ancora una volta l'ambiziosa Roma di Luis Enrique.
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