La Ruggeri Scudieri rimase in particolare bene impressionata sul problema dell'Honor e della Honra, per cui mi elogiò e mi parve dispostissima a darmi un 30, forse anche con la lode, un voto che io non avevo mai ottenuto col mio curriculum universitario così tormentato.
Ma quando l'anziana professoressa andò ad aprire il libretto, e vide che non era proprio da primo della classe, rimse delusa e mi disse: - Ti darò il voto più alto che hai avuto finora: 27 -
Di 27 ne avevo avuti cinque o sei, specialmente dopo la ripresa del 1965: spesso spesso mi era accaduta la stessa cosa. Buon andamento dell'esame, ma ridimensionamento del voto perché nel mio curriculum non c'era alcun 30, e non ci fu verso di ottenerlo. Il che dimostra che anche all'università spesso si procede solo per pregiudizi.
Comunque la Ruggeri Scudieri si congratulò con me pere aver chiusoi con il suo esame il mio corso universitario, e mi fece gli auguri pere la tesi che avreei sostenuto di lì a tre mesi. Alla tesi stavo già lavorando, per cui aver superato bene un esame così pesante e difficile rappresentava per me il primo raggiungiumento di un sogno e un notevole alleggerimento della fatica degli studi. Allora erano veramente seri e impegnativi, e il 27 nelle materie fondamentali era un buon viatico.
Per laurearmi in Letteratura Italiana avevo dovuto sostenere fra l'altro Italiano biennale, cioè doppio; Latino biennale,compreso il difficilissimo scritto; Letteratura Italiana Moderna e Contemporanea; Storia della Lingua Italiana; Filologia Romanza biennale, cioè storia della nascita delle lingue neolatine, estremamente impegnativo; Lingua e Letteratura francese biennale; Lingua e Letteratura spagnola biennale. Ben sette esami linguistici, escludendo i tre di storia (antica, medioevale e moderna); Geografia; Filosofia ; Storia dell'Arte; Storia del Cristianesimo; Storia della musica; Storia delle tradizioni popolari. Un corso profondamente formativo.
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