A Piglio, le rustiche case del paese vecchio restano ogni giorno più nella solitudine. Ne fa un amaro resoconto il bravo giornalista locale Giorgio Alessandro Pacetti.
Sparite le osterie, poi i negozi di alimentari, infine la botteghe degli artigiani: il sarto, il fabbro, il calderaio, il ciabattino, il lattoniere, e per ultimo il maniscalco, tutti punti d'incontro eliminati per sempre; muli e asini sono scomparsi anche nei paesi.
Chi sopravvive nel centro antico, qualunque sia la sua necessità, magari un caffé o una pagnotta di pane, deve spostarsi con un lungo itinerario per portarsi nella parte ricca e moderna del paese.
Il vecchio Piglio come Civita di Bagnoregio: presto sarà una città morta. Ma, ahimé, come Piglio la stessa cosa accade in tutti i paesi di montagna: anche ad Acuto, ad esempio, si è verificata da tempo la stessa identica trasformazione, o chiamiamola col suo nome vero di decadenza.
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