Ora voglio raccontarvi come si svolse il mio ultimo esame universitario, Università La Sapienza di Roma, indirizzo moderno, gruppo letterature straniere.
Era l'esame biennale di lingua e letteratura spagnola, un vero incubo per molti studenti. Responsabile della cattedra era una insegnante prestigiosa, la prof. Iole Ruggeri Scudieri, la quale non faceva altro che seguire le orme di Ettore Paratore, accumulando una serie impressionante di libri, dispense e trattatti.
Per sostenere questo esame bisognava: 1) conoscere lo spagnolo moderno; 2) conoscere lo spagnolo antico per come si era andato formando nei secoli; 3) conoscere l'intera storia della Spagna, 4) conoscere l'intera geografia della Spagna; 5) conoscere le leggi delle variazioni foniche nel corso dei secoli; 6) conoscere alla perfezione l'intesa storia della letteratura spagnola e ispanoamericana; 7) conoscere al completo di tutte le sue opere un autore contemporaneo (nel mio caso Garcia Lorca); 8) conoscere al completo tutte le opere di un autore dei secoli precedenti (nel mio caso Calderon de la Barca, con tutte le sue più importanti tragedie; 9) conoscenza delle dispense dell'ultimo anno, un trattato su l'Honor y la Honra, l'onore e l'onorabilità.
Chi affrontava questo esame era ben consapevole di non esssere preparato al meglio, a meno che non fosse un appassionato della materia. Io mi preparai, per l'immediato, su tutta una serie di appunti collaterali alle dispense, la cui conoscenza era basilare. Infatti l'esame andò molto bene; avevo seguito alla RAI un corso speciale sulla lingua e sulla pronuncia spagnola, oltre che sulla grammatica, e da questo punto di vista me la cavai benissimo.
La mia preparazione generale, invischiato com'ero in contemporanea con il giornalismo sportivo che mi rubava parecchio tempo, era andata migliorando, sicché ero riuscito anche ad aggiustare la media, portandola a un discreto 25, a quei tempi da considerare un buon voto.
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