giovedì 22 dicembre 2011

L'importanza di Cristian Brocchi

Coraggio, ragazzi: nulla è perduto, e alla Befana tornerà Cristian Brocchi. Sì, avete capito bene: Brocchi. Non rimpiangiamo Hernanes e Cisse, discussi e impalpabili nelle ultime gare, quanto invece rimpiangiamo un umile gregario come Brocchi, quello col cuore fra i denti.
No, non vedrete mai Cristian vagare per il campo senz'anima, a vuoto e privo di energia. Vedrete sempre un giocatore pieno di dinamismo, di allegria di gioco, di costante rendimento: la vera anima del centrocampo laziale, quello per cui Ledesma si sente sicuro, quello che è sempre pronto a far da spalla agli Hernanes e ai Cisse, a sopperire alle loro latitanze da qualche fase di gioco, perchè Brocchi corre e lotta non solo per se stesso, ma anche per gli altri che sembrano non averne tanta voglia e si concedono pause spesso e volentieri.
Il ritorno di Brocchi darà al centrocampo, insieme alla presenza di altri due combattenti gagliardi come Lulic e Gonzalez, quella combattività che è la prima arma del gioco del calcio. Secondo noi, la classe viene dopo; è per questo che Klose è un campione completo, perchè insieme alla classe adopera sempre l'impegno e fa dono della sua bravura anche ai compagni , siano essi di attacco, di centrocampo o di difesa. Il calcio è gioco collettivo, e solo chi ha disposizione a questa collettività ha diritto ad essere considerato un vero giocatore.
Quando, a fine febbraio, tornerà Mauri, anche Stefano potrà fruire dell'appoggio di Brocchi e riprendere il suo ruolo di suggeritore costante del gioco offensivo. Così Hernanes potrà dedicarsi meglio alle sue improvvisazioni e Cisse dedicarsi completamente alla corsa di sfondamento, sollevato da altri inmcarichi.
Broccchi non è un fanciullo, e presto la Lazio dovrà cercare un suo degno sostituto. Costui dovrà essere non solo bravo nel gioco, ma avere anche un cuore grande così, un cuore alla Cristian Brocchi. Allora forse, nella Lazio, assisteremo a meno periodi di stanca e a meno fasi di latitanza di gioco, come è successo nel primo tempo di Lazio-Udinese e anche per quasi tutta la brutta partita con il Chievo. E non dovremo accontentarci di soli due punti al posto dei possibili sei, per i quali sarebbe bastata la differenza di un solo gol.

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