Due ragazzi della Lazio, entrambi di 24 /25anni, sono straordinariamente cresciuti in questi primi quattro mesi di campionato. Alla vigilia, potevano essere quotati fra i due e i tre milioni, oggi ciascuno dei due ne vale almeno dieci, e se fossero sul mercato avrebbero richieste a non finire.
Diakité è addirittura considerato, in Francia, come un posibile aspirante alla maglia della Nazionale, mentre Lulic nella nazionale bosniaca ha un posto fisso, ed ora sta diventando un vero e proprio leader.
I pregi dei due: una straordinaria forza fisica. I limiti di entrambi: una tecnica calcistica tutta da raffinare. Ma in questo senso, giocando giocando, i due hanno cominciato a fare notevoli passi avanti. Diakité è diventato uno stopper completamente affidabile: le incertezze che ogni tanto esibiva e ne condizionavano un po' le possibilità di diventare titolare in pianta stabile, ultimamente sono sparite, Dias lo stima molto e lo sta aiutando molto nella crescita, e nel frattempo ne ha preso il posto con successo. Ora i due potranno giocare insieme con pari dignità, integrandosi a meraviglia.
Quanto a Lulic, uno che corre come lui, un vero fondista dal passo molto veloce, e che ogni tanto con la sua staffilata impressionante infila la rete avversaria decidendo gli incontri, è destinato a fare strada verso l'alto, diventando protagonista dopo essere stato l'oggetto misterioso della campagna acquisti della Lazio. Ha fatto il cammino inverso di Cisse, partito fortissimo e attualmente un po' in crisi e discusso, anche se il suo apporto in fatto di assist impedisce di considerarlo un provvisorio fallimento. L'affermazione prepotente di Lulic ha compensato la parziale delusione per Djibril Cisse. Ma prima di dare una sentenza definitiva io aspetterei: in fondo, non siamo nemmeno a metà strada, e si potrebbe assistere, da qui a maggio, a qualche risveglio prepotente.
Per ora teniamoci cari Mobido Diakité e Senad Lulic: su loro, ormai, non c'è più nulla da discutere, sono delle realtà luminose nel firmamento biancoceleste.
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