martedì 29 ottobre 2013

Parla Lotito: la Lazio non è un vespasiano...

Impazza Lotito al Processo del lunedì: ce ne vorrebbe uno a settimana, di personaggi come questo. Verboso, arguto, impulsivo, archeologo del linguaggio, ma espressivo quanto mai e dalle idee chiare. Ecco l'uomo che ha salvato la Lazio dall'abisso dieci anni fa: non riesce a riportarla alle grandezze di una volta, ma ci prova con tutti i mezzi, sempre economici, mai dal risultato scontato.
Magia? La Roma è magica, ma Lotito si dichiara cattolico praticante e alla magia non ci crede. Non si va avanti coi miracoli. Uno stato non si può basare sui paternoster, ma sui fatti concreti, e i fatti concreti implicano un tot da dare e un tot da ricevere basato su regole matematiche.
Perchè la Lazio non ha uno sponsor? Come mai un uomo concreto come Lotito rifiuta quei milioni che farebbero tanto comodo? A Udine la squadra fa la pubblicità a un imbianchino. La Lazio preferisce tenere pulita la maglia magari per farne campo a proclami come il "No racism".
- Potremo arrivare a fare pubblicità a Vespasiano: e a Roma di vespasiani ce ne sono ancora. Maleodoranti. Ma la Lazio non è un vespasiano -
Lotito insiste sulla proprietà degli stadi:  -Si può controllare molto meglio la propria tifoseria se lo stadio è di proprietà delle società. Io ad esempio conosco a menadito come è composta la nostra Curva Nord, so che cento "irregolari" condizionano il comportamento di diecimila tifosi veri. Solo allora sapremmo come comportarci per far filare tutto liscio. In Europa abbiamo una brutta nomea, e scontiamo colpe non nostre.  Vorrei tanto che Blatter e Platini si ricredessero nei nostri confronti: siamo una società dagli ideali puliti -
Niente magie, allora: ma la Lazio punta ugualmente a una realtà bella e promettente.

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