I giovani hanno giocato, e benissimo, a Trebisonda. Ma torna il campionato, è tempo di vecchie volpi, ed ecco Petkovic riportare in campo Dias, Ledesma, Gonzalez, e ridare fiducia a Sergio Floccari, riscopertosi cannoniere dopo mesi di polveri bagnate.
Ma guardate chi c'è in panchina. La vera Lazio del futuro: Berisha, Elez, Vinicius, Onazi, Felipe Anderson, Perea e Keita. Aggiungeteci Cavanda, unico giovane rimasto in formazione, e siamo a quota otto. Mancano tre elementi per fare un'intera squadra, e questi tre elementi forse la Lazio già li ha, si chiamano Crecco e Lombardi, nazionali Under 19, e Serpieri, già preso in considerazione dal tecnico di Sarajevo.
Per ora, in campionato, questa gente è in panchina, ma è già pronta e sperimentata per il grande salto. Basta pensare a Onazi, campione d'Africa. E dopo Trebisonda, ormai si sa quanto possono valere i Perea, i Felipe Anderson, i Keita, tutti capaci di prodezze e solo da far maturare lentamente. Bisogna aver fede in queste forze giovani, la Lazio ha la fortuna di non dover puntare allo scudetto, una parola per ora vietata: ma alla Champions ci può pensare davvero, la convinzione di Petkovic non è campata in aria, anche se Juventus, Napoli e Roma sembrano per il momento monopolizzare le prime tre posizioni del campionato. Ma il campionato è lungo, lunghissimo, e non si sa mai a novembre quel che accadrà a marzo, i valori si possono modificare e perfino rovesciare. Chi ha una ricca riserva può sempre contare sulla rimonta, e quest'anno la Lazio la riserva ce l'ha. Stiamo giocando senza Klose, senza Mauri e senza Radu, rispettivamente gli uomini-guida dell'attacco, del centrocampo e della difesa. Quando riavremo anche questi tre, sarà una Lazio profondamente diversa.
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