Alle spalle le nebbie del campionato, la Lazio si tuffa nell'Europa League con rinnovata fiducia. E' la Coppa che fa per lei, come in genere le Coppe. Ed è una giornata di allegria, perché si rivedono due bravi campioni come Radu e Klose, dopo un lungo letargo per curarsi da brutti infortuni. E due giovanissimi, Perea e Keita, vogliono riprovarci: per Brayan, da Bergamo, è venuto il primo squillo del gol, che si spera sia il primo di una lunga serie da parte di un giovane attaccante di venti anni, mentre i diciotto anni di Keita fanno già rumore, in Europa: dopo l'assist a Hernanes contro il Legia, c'è stato il nuovo invito a Floccari a Trebisonda, con il sensazionale pareggio finale dopo essere stati in svantaggio per 1-3 fino all'83'.
Se vuole, questa Lazio sbadigliante in campionato è capace di belle imprese in Europa, dove è ancora imbattuta, ancora prima nel suo girone, sia pure a pari merito con i turchi che sono una squadra forte, come forte si sta dimostrando questo Apollon di Limassol. Ma da Cipro dobbiamo tornare come minimo imbattuti, per tenere dietro questa squadra che costituisce il terzo incomodo del girone, ma che dovremmo poter battere e distanziare quando verrà all'Olimpico.
Mancano Candreva e Lulic, e non è assenza da poco. Ma, oltre a Radu e Klose, rientra Gonzalez, che costituisce per noi una garanzia di tenuta a centrocampo, e recuperiamo quel Ledesma che in difesa ci dà una sicurezza non indifferente, con la sua tenuta e la sua copertura giudiziosa per quanto poco appariscente.
Una Lazio più saggia e prudente, meno sbilanciata nel gioco, proprio quella che ci garantisce un cammino europeo destinato a superare il girone e ad entrare almeno negli ottavi. Poi si vedrà. Quest'anno saremo forse più fortunati che non nella scorsa stagione, quando bastò una sola disgraziata sconfitta ad eliminarci nel momento in cui stavamo per entrare fra le quattro semifinaliste.
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