martedì 15 ottobre 2013

La collana verde: 14. La scomparsa di Louise

- Se non sei troppo stanco - disse la donna a Damiano - vado giù nella tua camera a cambiare le lenzuola e a fare almeno una pulizia superficiale. Sono due anni che non entra più nessuno, laggiù -
Agata scese infatti portando con sé una granata e un panno per spolverare. - Ti lascio giù queste cose, così potrai servirtene da solo nei prossimi giorni. Dovrai provvedere di persona, perché io non ho tempo -
I due uomini rimasero soli, rinnovando ogni tanto il brindisi. Il vino era leggero e si lasciava bere piacevolmente.
Roberto cercò di sapere ancora qualcosa sul conto dell'uomo comparso in paese così all'improvviso.
- Come mai hai deciso di lasciare la tua casa? Non ti trovavi bene? Non hai dei parenti o degli amici? -
- No: Ero davvero solo, non riuscivo a superare la tristezza per la morte di mia moglie. L'avevo sposata quasi dieci anni fa in Belgio, dove ero andato a lavorare come manovale. Lei era belga, si chiamava Louise, ed era molto dispiaciuta di non avermi potuto dare dei figli, almeno uno. Ora non sarei così solo, forse non sarei andato via ancora una volta -
- Come è morta, Louise? - 
- Una strana e terribile malattia, all'improvviso. Una settimana di orribili sofferenze, invocava la morte, non resisteva più -
- Povera donna! Non hai provato a risposarti? Sei ancora molto giovane -
- Ho quarant'anni. Per cinque anni sono stato veramente felice, anche se mi sarebbe piaciuto avere dei figli -

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