lunedì 21 ottobre 2013

La coperta di Petkovic è sempre più corta

E' un signore, non c'è dubbio. Sincero, elegante, pronto a darsi tutte le colpe. Però è troppo aziendale, e cominciando a perdere colpi perde anche la fiducia che la gente riponeva in lui.
Dimissioni? Forse sì. Certo no, Lotito non licenzia mai i suoi allenatori a cuor leggero, deve arrivarci proprio quando le gomme della bici sono entrambe a terra. Con Petkovic, poi, scelto con tanta riservatezza e con tanta cura, e risultato subito gradito a tutti...
Ma ora la squadra è stata potenziata, e i risultati non arrivano. Quel 26 maggio, poi, ha finito per imbrogliare le carte, lasciandoci credere di essere ancora più forti della Roma malgrado tutto, malgrado anche lo scavalcamento in classifica. Se non avessimo vinto la Coppa Italia, ora sarebbe la Roma a giocare in Europa League e noi staremmo fuori anche da questo piccolo torneo consolatorio, nel quale bene o male andiamo ad affogare le nostre amarezze cercando una qualche compensazione. Giovedì, altra puntata a Limassol. Ma se dovessimo tornare sconfitti, addio Petkovic.
Vladimir oggi ha tanti giocatori a disposizione, potrebbe fare un buon turn over se sapesse usarli bene. Invece ci siamo accorti che l'uomo di Sarajevo difficilmente riesce a trovare gli equilibri completi: se rafforza la difesa col modulo a quattro, si accorge di avere un attacco debole e monocorde. Se invece potenzia un po' l'attacco con la doppia punta, ecco che cominciano i guai difensivi, che diventano tragici con il modulo a tre. Con gli impulsivi difensori che si ritrova, quattro bastano appena, tre sono decisamente pochi, e alla fine salta anche il centrocampo che è l'unico reparto veramente completo della squadra.
La Lazio sta accorgendosi di essere forse male assortita, potenziata nel settore già ricco, il dualismo Ledesma-Biglia non giova a nessuno dei due e nuoce alla squadra. Bisogna ricominciare daccapo. Ma Petkovic sembra non riesca più a indovinare la combinazione giusta. E se arrivasse davvero Mihajlovic? Forse avremmo bisogno del suo pugno di ferro, di decisioni coerenti, e non del guanto di velluto.

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