La Lazio segna poco, talvolta non segna per niente come con la Fiorentina, gettando al vento decine di occasioni. Eppure, malgrado questi digiuni, finalmente alla Lazio hanno scoperto un attaccante in gamba, il ventenne colombiano Brayan Perea.
Alto e dinoccolato, la faccia da bambino, lo chiamo "Coco", cocco di mamma. Ha impressionato tutti per la sua velcoità ed anche per la sua resistenza. Infatti, nei test di preparazione fisica, vanta questi due primati nei confronti dei suoi compagni.
Bisogna essere davvero in gamba per esordire a venti anni in un campionato duro come quello italiano e non rimanerne schiacciati. Perea, inoltre, fra i suoi primati non vanta quello del gol. Nelle sue 46 partite giocate da professionista ha segnato solo 11 reti; nelle sei partite giocate con le nazionali giovanili della Colombia (campione del mondo dell'Under 20) ha segnato una volta sola. Non dovremo aspettarci da lui gol a cappellate. Ma il suo segreto è la capacità di forte contropiedista, quella di allungare all'improvviso la squadra in fase offensiva, e questo, quando ritornerà quel formidabile realizzatore che è Klose, vorrà dire per la Lazio formare un duo offensivo di grandi possibilità, potenziando le nostre capacità di arrivare a rete con sufficiente frequenza, quella frequenza che finora ci è mancata, solo undici gol contro i venti della Roma.
Perea si formerà piano piano, attendere da lui una grande esplosione non è realistico: ma dobbiamo dargli almeno due mesi di tempo, da qui alla sosta natalizia, per poter dare un giudizio vero sulle sue capacità. Le premesse sono buone. Finalmente Lotito e Tare sembrano aver pescato bene non solo per il centrocampo, ma anche per l'attacco, piaga della Lazio negli ultimi tre anni.
Nessun commento:
Posta un commento