Quando Rosetta si risvegliò, sentì che le sue ferite si erano già chiuse. Piano piano mise i piedi giù dal mucchio delle foglie che le avevano fatto da letto. Era ancora impaurita dal ricordo del terribile drago, delle sue fauci spalancate e infuocate. Altro non ricordava. Dove era finito?
Si guardò intorno piena di timore, ma non vide nulla. Solo, in un angolo lontano della caverna, vide un uomo robusto dai lunghi capelli, con i fianchi cinti da un arbusto dalle grandi foglie che lo ricoprivano a metà.
L'uomo la guardava con occhi pieni di pietà, e sembrava quasi timoroso di rivolgerle la parola.
- Chi sei? - chiese coraggiosamente la bambina. - Hai visto anche tu il terribile drago? -
L'uomo si avvicinò esitante, guardò i segni delle ferite sul corpo della bambina, e poi proferì a fatica queste parole: - Hai avuto paura? Ma forse non voleva farti proprio del male -
- E ora dov'è? -
-Il drago è sparito. E' tornato nel mondo delle tenebre e della tempesta. Non tornerà mai più -
- Ma tu chi sei? Perché porti questo strano rivestimento di foglie intorno ai fianchi? -
- Sono fuggito dal mondo del terrore così come mi trovavo. Ora mi occorrono dei vestiti -
- Posso darti la mia sciarpa verde. E' un po' rovinata, ma puoi benissimo arrotolartela addosso e farne una specie di pantalone corto. Tanto, è caldo, e io non ne ho bisogno -
- Grazie. Come ti chiami? -
- Rosetta -
- Grazie, Rosetta. La tua bontà è come un balsamo, per me. Mi sembra di essermi svegliato da un sogno lungo e orribile -
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