Roberto, il fabbro ferraio, era stupito per la bravura e il mestiere dimostrati subito da Damiano. Guardava con meraviglia quel ferro uscire dalle sue mani forgiato a regola d'arte, e si rese conto che ben presto il suo aiutante sarebbe stato migliore di lui.
- Quanti anni hai, Damiano? - gli chiese: - E' molto che hai familiarità con questo mestiere? -
- Non molti anni: però mi viene spontaneo lavorare il ferro col fuoco -
- Da quale paese vieni? Non riesco a capire le tue origini dall'inflessione della tua voce -
- Sono vissuto molto tempo all'estero, ma le mie radici sono meridionali. Sono nato in Abruzzo, dietro queste montagne -
- Bene. Per dormire puoi adattarti qui dietro, c'è una vecchia stanza disabitata, e c'è anche un piccolo orto, se ti piace coltivare la terra -
- A meraviglia. La campagna mi piace molto, i miei genitori erano contadini -
Quando fu sera e i due si sentirono stanchi per il pesante lavoro, Roberto prese una grande chiave di ferro e disse a Damiano : - Vieni, ti mostro la stanza dove puoi dormire. Ci viveva un mio vecchio zio che è morto due anni fa: c'è ancora il letto intatto -
Entrarono nella stanza che sapeva un po' di muffa e di umidità. Roberto spalancò una finestra che dava su un giardino e su un piccolo orto, e la stanza subito riprese vita.
- C'è un po' di polvere, ma puoi pulire e viverci a tuo agio. Lenzuola e coperte sono pulite, comunque puoi metterle un po' all'aria, se vuoi. Puoi usare questo armadio, anche se vedo che non hai abiti di ricambio. Posso darti qualche mio vecchio vestito, per il momento -
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