Damiano ha quarant'anni, è un uomo maturo, forte e sano. In paese si è inserito lavorando con impegno e bravura. Roberto e Agata gli vogliono bene come se fosse uno di famiglia, un fratello. Lo hanno accolto volentieri, vive in quella bella stanza a ridosso dell'officina, i pasti li consuma quasi sempre con loro. Guadagna bene, il lavoro dell'officina è avviatissimo: da quando è arrivato lui, un anno fa, l'attività è raddoppiata. Ha un buon libretto di risparmio alla posta, si è procurato vestiti buoni, nelle rarissime ore libere ama anche leggere dei libri che acquista in edicola o alla libreria del paese.
Le donne lo guardano con simpatia e meraviglia: come è possibile che un uomo come lui non pensi a risposarsi? A quarant'anni si è nel pieno delle proprie energie.
A Damiano, fra tante donne che gli girano intorno, piace Rosetta, ancora quasi una ragazzina. Ha diciassette anni, troppi anni di differenza. Ma anche Rosetta mostra simpatia per Damiano. Ora che la ragazzina è diventata donna, non nasconde la sua propensione a cercare Damiano, va a trovarlo ogni tanto all'officina. Roberto non prova fastidio, anzi ha piacere che Damiano gradisca scambiare qualche parola con quella bella ragazza.
- Damiano, ricordi? - gli diceva Rosetta - Sono stata io la prima a vederti, in questo paese -
Damiano arrossisce un po'. Ricorda - come fa a non ricordarlo? - che la ragazza lo vide rivestito solo di foglie, sulla montagna, e gli lasciò quello scialle verde perché si coprisse i fianchi, rubò anche dei panni al padre per portarglieli e rivestirsi alla meglio.
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