Scrivere per scrivere,
col sonno che pesa sulle palpebre.
E il letto vicino,
da potercisi riposare come un fanciullo
stanco e innocente:
e non potercisi riposare.
Scrivere per scrivere,
per dare un po' d'aria alla muffa interna,
a quella muffa che vegeta
quando non c'è un cuore vicino,
un cuore-recipiente
della stessa capacità del tuo.
Scrivere per scrivere,
per non far leggere a nessuno
quel niente che si scrive,
che non è niente,
e lo rendiamo...o lo rendono...qualcosa.
Scrivere per scrivere,
così per muovere la mano,
intingere la penna e sporcare un foglio.
L'anima non toccarla per niente,
perché
quando si scrive per scrivere,
così, per muovere la mano,
e intingere la penna e sporcare il foglio,
l'anima non c'entra.
L'anima non c'entra perché non c'è nulla in lei,
nemmeno un atomo tondo di Leucippo.
In quest'istante l'anima è vuota.
(1952)
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