venerdì 30 settembre 2011

Vita di collegio: 101. Una giornata al "Corriere"

Le giornate, al Corriere dello sport, si svolgevano così: appuntamento al mattino inoltrato, verso le undici (il giornale chiudeva all'una di notte). Riunione della presidenza e decisioni da prendere per i servizi del giorno. Nel periodo di Ghirelli, la riunione era generale, e si effettuava in direzione: Ghirelli commentava il giornale uscito al mattino, rimproverando gli errori e - raramente - facendo un elogio per le cose ben riuscite.
A mezzogiorno cominciava il lavoro per tutti, interrotto dopo un'ora per una breve visita alla tavola calda - ce n'erano due, vicine, molto ben attrezzate.
Il lavoro riprendeva alle due, chi in redazione, chi, come me, per il lavoro sul campo. Io andavo alle Tre Fontane, dove si allenava la Roma; mi vedevo con alcuni colleghi dei principali giornali romani: oltre al Corriere, c'erano i rappresentanti del Messaggero, del Tempo, della Gazzetta dello Sport, di Tuttosport, del Paese, di Paese-Sera, dell'ANSA e del Momento-Sera. Talvolta qualcuno di questi colleghi mancava, e poteva capitare anche a me, e allora si suppliva con una specie di catena di montaggio, fornendo notizie per telefono ai colleghi assenti. I rapporti fra noi erano ottimi. Nel giro c'erano anche il Quotidiano, il Popolo, l'Unità e altre testate importanti.
Tornavamo in redazione, alla fine della seduta di allenamento o di gioco, verso le diciotto. A disposizione avevamo la macchina di qualche collega, come Francesco Rossi del Messaggero o Sandro Petrucci del Momento Sera, due miei carissimi amici che saluto da queste righe più di cinquanta anni dopo.

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