domenica 18 settembre 2011

Quel Cavanda lì io non l'avrei buttato

No, quel Cavanda lì io non l'avrei buttato. A Torino a farsi le ossa: è tornato con le ossa rotte. Per fortuna Bollini l'ha ripreso in carica nella sua Primavera, e il ragazzino di colore, vincendo l'aria di diffidenza creatasi intorno a lui, sta inanellando una serie di prestazioni alla grande. Dopo Lazio-Palermo 6-2, Cavanda è stato definito "uomo di categoria superiore", un terzino aggressivo e potente e dalla grande corsa, come si era presentato l'anno scorso nel ritiro di Auronzo.
Data la carenza e gli infortuni, la difesa titolare dei biancocelesti è apparsa quest'anno un po' in difficoltà: manca Stankevicius, è mancato a lungo Konko, manca ancora Radu, una vera moria. Di Garrido non se ne parla proprio.
Reja è stato coscretto a rispolverare il capitano di tanti anni fa, preistoria ormai: il povero Zauri, in cinque giorni, tra Milano e Vaslui, è stato costretto a vivere una specie di psicodramma dalle conseguenze prevedibili.
Cavanda non sarebbe stato buono, magari di rincalzo, magari a poter dire che anche lui è un terzinp? L'errore, se commesso dai vecchi, è molto pià grave che non l'errrore di un giovane. E chissà se Cavanda, il Cavanda ricostruito da Bollini, sarebbe stato vittima di errori di nervosismo così gravi.
A proposito: nella Primavera stanno esplodendo altri fior di giocatori, Ceccarelli e Barreto su tutti, capaci tra l'altro di mitragliate di gol. Reja ha tanti bei titolari, ma per fortuna ha anche tanti giovani dalla forte personalità, che possono essere molto utili in particolari circostanze. Basta ricordarsene.

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