Non abbiamo paura dei necrofori che vogliono affossare Reja e con lui la Lazio. Non abbiamo paura neanche quando chiudiamo il primo tempo a Cesena sotto di un gol che quel Mutu, da sempre nostro nemico, ha voluto affibbiarci dopo soli 14 minuti di gioco.
Poi la Lazio è venuta fuori col suo gioco: stavolta ha fatto tutto all'incontrario, è andata in svantaggio e poi ha rimontato. Non gli manca, dunque, neanche il fondo, ma solo un po' di buona sorte.
Un inizio bruciante di secondo tempo, coi biancocelesti riapparsi in campo facendo fiamme dalla bocca. Al 3', su calcio d'angolo, Diakité viene sbattuto a terra ed Hernanes realizza il sacrosanto rigore.
Ora la Lazio appare scatenata, Cissé e Klose sono devastanti, e all'8' una combinazione velocissima tra i due porta il cannoniere tedesco davanti al portiere cesenate e a farlo secco con abile mossa.
In cinque minuti rovesciate le sorti dell'incontro. La Lazio potrebbe continuare, ma piano piano Reja pensa a coprirsi, fa entrare Lulic al posto di Stankevicius, poi Matuzalem al posto di Hernanes, e infine l'albanese Cana al posto di Brocchi uscito in barella.
Anema e core, stavolta le armi della Lazio. E quel potenziale atomico costituito dal duo Cissé-Klose che hanno dato spettacolo. Due trasferte, quattro gol e quattro punti. Maledetta quella bastonata col Genoa, potevamo stare già in testa a una classifica che si è comunque accorciata.
Buttiamo fuori i necrofori dalla "cornice" della Lazio, cornice che coinvolge anche certe redazioni di giornali che proprio non ci amano. O, se ci amano, lo fanno per il verso sbagliato.
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