Prima di finire al Corriere dello Sport, avevo provato anche alla pagina sportiva del Messaggero, in via del Tritone.
Mi presentai direttamente a Rizieri Grandi, che era il redattore capo. Mi accolse con apparente bontà, mi chiese quello che volessi fare, e io risposi: "Qualunque cosa che sia calcio".
Avevo ventiquattro anni, e Rizieri Grandi ne aveva 55. Si fece una risatella sotto i baffoni neri, e disse: bene! domenica c'è Lazio-Atalanta. Portami una cronaca di Lazio-Atalanta.
D'accordo. Stretta di mano. Risatina gelida di tutta la redazione, cinque o sei giornalisti, tra cui Piero Guida, Francesco Rossi, Gianni Melidoni e Domenico Gentili.
Io lavoravo già per il Tifone, e la pesante ironia che avevo avvertita nelle parole e nell'atteggiamento di Rizieri Grandi non mi aveva poi pesato tanto. Decisi di lasciar tutto, finché non venne la domenica e io mi dissi: - Non vorrei dargliela per vinta, gli porterò lo stesso la cronaca, tanto devo seguire la partita per il mio settimanale e fare più di un articolo -
Feci così. Anzi, fu il primo articolo che feci, non troppo lungo e non troppo corto, sintetico e abbastanza ben curato. Prima di andare al lavoro in Via Capo le Case passai per Via del Tritone 161, la sede del Messaggero, che era a un passo da lì.
Avevo il tesserino di giornalista, e il portiere, che già mi conosceva, mi fece passare. Andai da Rizieri Grandi , che era alle prese con il suo servizio sull'incontro, e gli consegnai il foglio con l'articolo. Era passata poco più di un'ora dalla partita, e Rizieri Grandi, prendendo il foglio e dandogli un'occhiata con aria sbalordita, mi disse queste testuali parole: -Ragazzino, noi siamo impegnati seriamente. Perciò lasciaci lavorare e vattene -
Nessun commento:
Posta un commento