lunedì 19 settembre 2011

Ci vorrà del tempo perché la Lazio diventi una squadra.

Troppi arrivi e troppe partenze: è chiaro che ci vorrà molto tempo perché la Lazio diventi una squadra.Per ora è solo la somma di molte individualità.
Parte Muslera e va bene, arriva Marchetti e bisogna dargli tutti il tempo di ambientarsi e soprattutto di riprendersi dopo il lungo ozio forzato.
Parte Lichtsteiner e va bene, arriva Konko, ha un serio infortunio, deve avere il tempo di riprendersi e di conoscere i compagni, e il suo sostituto provvisorio, Zauri, si dimostra troppo arrugginito e nervoso.
Parte Zarate, e va bene. arriva Cissé che è molto più punta di lui, ha grinta e bravura, ma si deve ancora fondere in pieno con il gioco della squadra.
Parte Floccari e va bene, arriva Klose che è un fuoriclasse e fa tutto da campione, ma fa i miracoli su un tessuto di squadra che gli è ancora estraneo.
Parte Foggia e va bene, non aveva mai contato tanto per la Lazio. Al suo posto arriva Lulic di cui si sta studiando ancora il vero ruolo. Per ora è il vice di Radu colpito da un brutto infortunio, come lo è Mauri, la cui assenza peserà, almeno fino a quando non si sveglierà Hernanes dal suo attuale inspiegabile torpore.
La Lazio manca di anima a centrocampo, e forse avrà bisogno che l'altro acquisto importante, Cana, si decida a dare finalmente il meglio della sua grinta.
Troppi acquisti, troppo lavoro da compiere per inserirli favvero nel tressuto della squadra. Rimane fuori ancora l'oggetto misterioso Stankevicius. E Reja non ricorre volentieri a forze giovanili (Cavanda, Ceccarelli, Crescenzi, Zampa, Barreto) che potrebbero rivelarsi utili se usate "cum granu salis".
Più che una squadra, Reja si trova un vulcano magmatico fra le mani. I tifosi non sembrano disposti a dargli né il tempo né la pazienza necessari per formare quella bellissima Lazio che potrebbe essere, e che ancora non é.

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