Il mio vecchio mestiere di giornalista sportivo mi dice: ci sono molti giornalisti romani che, essendo di fede romanista, sono costretti a seguire la Lazio per ragioni di apparente equilibrio, e vanno in brodo di giuggiole quando la Lazio si trova in difficoltà, contribuendo artatamente a incrementarle e moltiplicarle.
Ad essi dico: ragazzi, a Roma un malato c'è veramente, con tutto che voi lo amiate tanto: e questo malato è la Roma. Curatevi di essa, sta veramente male. E giacché ci siete, curatevi anche voi: una buona aggiustata al cervello non farebbe male, e vi aiuterebbe a vedere le cose come veramente stanno.
La Lazio si riprende anche senza le vostre "cure": lasciate perdere, e concentrate le vostre attenzioni sull'altra sponda del Tevere. La perdita dei Sensi è stata veramente tale, per tutti voi. La barca italo-americana comincia a fare acqua, e anche se siamo laziali questo ci dispiace. La Roma, amici giornalisti di parte, ha bisogno di voi, dei vostri buoni consigli e delle vostre buone intenzioni.
Smettela perciò di gufare contro la Lazio facendo finta di amarla.
Fuor di metafora: siete sicuri che l'idea di fare della Roma un nuovo Barcelona sia stata proprio originale, e non una bufala? Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quello che lascia e non quello che trova. E la via vecchia della Roma forse era quella giusta.
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