Per le Olimpiadi del 1960, il Corriere dello Sport istituì due pubblicazioni speciali: un'edizione plurilingue, inglese, francese, tedesca e spagnola, riservata alle gare olimpiche, e un giornale per il Lazio, in cui si riversavano tutte le gare di calcio e di altri sport per alleggerire le pagine del quotidiano maggiore. In entrambi i giornali io ebbi un ruolo di un certo rilievo, ed ero talmente legato che non riuscii a seguire dal vivo nessuna delle gare olimpiche.
Nel giornaletto dello sport giovanile, intitolato, mi pare, "Sport nel Lazio", chiesi anche la collaborazione di mio fratello Silvestro, che mi fu molto utile nelle cronache delle serie minori, a cominciare da quella che allora era la serie D. Però queste pubblicazioni non durarono che per qualche mese, perché il quotidiano maggiore ben presto riassorbì tutto in una gestione più snella ed economica.
Intanto, si cominciava a parlare della vendita del Corriere dello Spoort a un editore milanese che stava studiando una grande espansione della stampa nel Centrosud. Si cercava anche un grande giornalista meridionale: il nome che emerse fu quello di Antonio Ghirelli, illustre scrittore e grande sostenitore delle tradizioni napoletane e meridionali.
Ghirelli aveva la fama di uomo severo e inflessibile, per cui il suo imminente avvento spaventò più di qualche vecchio redattore come Ezio De Cesari, Mario Pennacchia, Alberto Marchesi e Vittorio Finizio, per nominare solo i più famosi.
Quando arrivò Ghirelli, in realtà, nessuno dei giornalisti maggiori andò via, anzi ebbero una migliore valutazione. Cambiò qualcosa, invece, nei quadri intermedi, impaginatori, disegnatori, titolisti, per un rinnovo indispensabile della veste editoriale.
Nessun commento:
Posta un commento