Damiano era appassionato dei motori e della velocità. Al pian terreno della sua abitazione aveva un garage bene attrezzato, e vi teneva in bell'ordine l'automobile che si era subito acquistata, una robusta Volkswagen, e poi la sua vera passione, una motocicletta davvero scatenata, una Yamaha ultimo modello, con la quale trascorreva le più belle ore di libertà.
Indossato il casco, amava darsi alla velocità più sfrenata, quasi come un ragazzo, ignorando i suoi cinquant'anni ormai vicini. Partecipava ai motoraduni, accodandosi alle lunghe file di moto che affrontavano rumorosamente le strade di montagna, per inseguirsi con furia inarrestabile lungo i rettilinei, incurante dei pericoli.
Ornella aveva chiesto una volta di portarla con sé in motocicletta, dato che anche lei era amante della velocità e di quel senso di libertà che si provava sui duecento all'ora.
Damiano le aveva dato un suo casco ed erano partiti: nessuno li avrebbe riconosciuti, nelle loro tenute sportive di cuoio nero. Avevano percorso almeno cinquanta chilometri, allontanandosi dal paese, e arrivando sulle rive di un lago dove erano delle panche di legno e dei tavoli all'aperto di un vicino ristorante. Si erano fermati, era quasi l'ora di pranzo, era un giorno feriale e c'era pochissima gente.
Ornella si era tolta il casco, e aveva liberato i suoi lunghi capelli neri. Era sicura che nessuno li riconoscesse, e non aveva alcun timore di mettere in imbarazzo Damiano con la sua sfrontatezza da adolescente.
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