Vincenzino D'Amico continua ad additare in Lotito la causa degli attuali mali della Lazio, colpevole di non saper fronteggiare la capolista Roma e di vivacchiare in un anonimo centro classifica. Non è nemmeno Petkovic la causa di questi mali tecnici, e non bastano i tanti infortuni a giustificare il cattivo rendimento, e forse nemmeno il momentaneo smarrimento di due grandi come Hernanes e Klose.
Ma dare le colpe di questa mediocre condizione laziale al suo presidente non è del tutto ragionevole. L'unica grave lacuna dimostrata da Lotito è quella di non aver individuato bene le vere esigenze tecniche dell'attuale Lazio, la mancanza cioè di un grande attaccante da affiancare a Klose e di un grande centrale difensivo da sistemare tra Cavanda e Radu, al fianco di Biava che ci manca tanto, così come ci manca a centrocampo l'intelligenza tattica di Mauri.
Ma Lotito ha tanti meriti che non si possono disconoscere. Bene o male, la Lazio ha una strattura da squadra di eccellenza, e lo conferma la presenza tra le cinque squadre italiane che ci rappresentano in Europa, dove la Roma per ora manca.
Però, se uno va a Formello e s'informa sulle forze nuove che stanno nascendo, vedrà spuntare all'orizzonte una grande Lazio per il futuro, formata da ventenni: Berisha 24; Cavanda 22, Elez 19, Serpieri 19, Vinicius 20; Onazi 20, Antic 18, Felipe Anderson 20; Tounkara 18, Perea 20, Keita 18. La media è addirittura inferiore a 20 anni, siamo al livello di 19 e 10 mesi. Questa formazione, se fossimo a Bergamo o a Verona, potrebbe già giocare adesso in serie A e sarebbe in grado di non sfigurare contro squadre di livello medio della massima categoria. Lasciamo fare un po' di esperienza a questi ragazzi, lasciamoli lavorare in pace, e vedrete che potrebbe nascerne una Lazio che promette grandi cose per il futuro, anche a livello spettacolare. E merito di tutto ciò va proprio attribuito a quel Lotito e a quel Tare che Vincenzino D'Amico proprio non riesce ad amare.
Nessun commento:
Posta un commento