- Ho paura che i miei genitori vorranno portarmi via - disse Rosetta con voce tremante.
- Rosetta, hai venticinque anni, sei maggiorenne da tempo, non potranno far nulla contro la tua volontà neanche di fronte alla legge. Basta che tu dica di aver preso questa decisione liberamente -
La ragazza parve rasserenarsi un po'. Salutò commossa suor Giuseppina, e la ringraziò di cuore. Poi indossò un saio grigio scuro che la madre superiora le aveva già preparato, e cominciò la sua vita di convento.
- Scegli il tuo nome da sorella - le disse la superiora.
- Mi chiamerò Diletta - disse la ragazza.
- Diletta, da questo momento tu lavorerai nel nostro orto e nel nostro giardino, mentre al mattino andrai a scuola con le nostre educande, perché vogliamo fare di te una maestra per i bambini del paese che vengono nel nostro asilo, e se sarai brava potrai insegnare anche ai bambini delle elementari -
- Madre, so appena leggere e scrivere...-
- Ma ho capito che sei molto intelligente e avrai tutto il tempo per imparare, migliorare e diventare una vera maestra -
A Rosetta questa nuova vita piaceva. Si applicava con amore al suo lavoro nell'orto e nei campi. Al mattino, nel banco di un'aula insieme a ragazze più giovani, cercava di apprendere cose nuove, leggere e scrivere, imparare anche a memoria delle lezioni. E poi pregava, pregava con fede. L'immagine di Damiano ogni tanto la inseguiva, ma lei aveva imparato a scacciarla via con altri pensieri più sereni, e pian piano quel fantasma sembrava sbiadire e lasciarle un po' di pace e serenità.
Nessun commento:
Posta un commento