giovedì 7 novembre 2013

La collana verde: 27. Una profondità misteriosa

- Ornella mi sta bene - pensava Damiano - è per me solo la risposta a un'esigenza fisica, non rappresenta per me nessun legame. Non voglio nessun legame -
Rosetta leggeva nell'anima di Damiano con una perspicacia e una profondità misteriose, per essere una ragazza senza nessuna cultura, la figlia di un pastore, vissuta nell'adolescenza attorno a un gregge,  capace appena di leggere e scrivere, ma capace di leggere a fondo almeno nell'animo dell'uomo che amava.
Per i genitori della ragazza, Damiano costituiva un grande pericolo da scongiurare ad ogni costo: mai avrebbero acconsentito all'amore della propria figlia con un uomo più grande di lei di oltre venti anni, sia pure ricco, ma di cui non si sapeva null'altro che era stato già sposato e la cui moglie era morta più di dieci anni prima, morte, oltretutto, un po' misteriosa, così come misteriose erano le origini di quell'uomo maturo e navigato. 
In paese c'erano almeno due o tre giovanotti dal fisico robusto, dal mestiere sicuro, e di cui si conoscevano la famiglia e le vicende. 
Uno di questi sarebbe andato benissimo per Rosetta, magari Antonio, della famiglia dei Mattei, un uomo vigoroso di trentacinque anni, che aveva un negozio di ferramenta, guadagnava bene, ed era una persona educata e di buona famiglia. Ma Rosetta, testarda, aveva già detto di no, e si ribellava ogni volta che quel nome le veniva riproposto.
- Piuttosto mi faccio monaca! - urlava. E quella minaccia sembrava diventare ogni volta più incalzante, sicché la madre Angelina e il padre Augusto evitavano di riproporre troppo spesso quel discorso nella speranza che le cose cambiassero un po' per volta.

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