giovedì 14 novembre 2013

La collana verde: 31. La rinuncia dell'amore

Rimanevano perplessità dove Diletta parlava di amore, e le suore capivano che la giovane conversa aveva avuto un'esperienza diretta che esse invece ignoravano, e riuscivano a intuire la grande capacità di sacrificio e di rinuncia propria di un'anima grande.
Da quel momento suor Diletta crebbe enormemente nella stima di tutte le suore. I suoi studi progredivano, era arrivato il momento di decidere sulla sua vocazione e sui suoi voti definitivi. Le prospettarono la possibilità di lasciare ad altre aspiranti il suo lavoro nell'orto e nei campi per dedicarsi maggiormente allo studio, alla meditazione e alla preghiera, ma Diletta disse di no.
- Il lavoro dei campi è per me una forza in più: mi piace il contatto con la terra, mi dà energia, mi tiene in stretto rapporto con il mio passato. No, senza il lavoro dei campi non troverei la forza per tenere il mio corpo e le mie capacità fisiche in esercizio, e da questo esercizio dipende anche la chiarezza che ho nella mia mente di fronte alle mie pasate vicende -
La superiora, madre Edoarda, approvava, anche se intuiva che l'animo di suor Diletta ancora sanguinava per quella vecchia ferita, ma il tenersi così impegnata in modo costante l'aiutava moltissimo a vincersi e a superare ogni ostacolo.
Diletta, da quando aveva preso a studiare, aveva avuto anche lei la sua cameretta individuale, lasciando la camerata  in cui vivevano le aspiranti, le converse e le sorelle più giovani. Per questo, ora poteva prolungare le sue ore di studio e di meditazione, e stava compiendo grandi progressi dentro il suo animo. 

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