martedì 5 novembre 2013

La collana verde: 26. La strada del convento

La storia di suor Giuseppina era anch'essa la storia di una capinera, cioè la storia di una ragazza malata di un amore infelice che aveva deciso di farsi suora, e la cui conversione era vissuta per lunghi anni di singulti di sofferenza placatisi pian piano.
Suor Giuseppina poteva dunque con buona ragione sospingere quella ragazza così sofferente, Rosetta, verso la strada del convento, per toglierla dalle fiamme di una situazione insostenibile, nella speranza che poi anche per lei una vita di rinunce e di sacrificio si tramutasse lentamente in un'esistenza sostenibile grazie alla preghiera e al duro lavoro.
- Meglio, molto meglio, Rosetta, diventare suora anche un po' forzatamente, piuttosto che sposarsi con un uomo che non si ama - diceva alla giovane donna nei momenti di maggior confidenza.
La ragazza faceva cenno di sì con la testa, singhiozzando silenziosamente dentro il suo cuore. Ma l'immagine di Damiano era sempre lì presente, non riusciva a cancellarla. E accanto a quella di Damiano, ora, l'immagine trionfante dell'altra, Ornella, l'immagine della donna vincitrice, matura e sorridente, proprio perché sapeva di essere facilmente vincente in quanto non voleva il dominio su Damiano, si accontentava di briciole di passione alla pari con l'uomo: anche Damiano  non voleva una donna tutta per sé, una donna completamente dominata e completamente dominatrice.
- No, Rosetta, no - diceva dentro di sé Damiano se per caso pensava a lei, se per caso la vedeva e si accorgeva delle sue sofferenze. - No, Rosetta, sei troppo giovane per me, anche se mi piaci, e mi rendo conto che tu mi ami troppo. Io non voglio essere amato troppo, così come non voglio dare a nessuna il mio amore -

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