In quella terra in cui nessuno parlava, Pinocchio aveva incontrato per sua fortuna Fido, il cane parlante, e con lui si sfogava di tutte le sue disavventure.
- Pinocchio - gli diceva Fido - Questa gente è chiusa in sé, come se fosse muta e sorda. Ma ti posso garantire che una volta era gente normale, e che se qualcuno la aiutasse a ritrovare l'armonia dei suoi pensieri potrebbe tornare a parlare, a confidarsi e a sorridere con il prossimo -
- Ma come? - rispondeva Pinocchio. - Mi piacerebbe proprio essere io l'artefice di questo miracolo. Ma come faccio, se ho anch'io tanti problemi e vado girando per il mondo in cerca di pace? -
- Pinocchio - gli suggeriva Fido, il cane parlante - Tu hai proprio in te il segreto per restituire il sorriso a questa gente. Tu sei un burattino, e un burattino è fatto apposta per far ridere grandi e bambini. Perché non crei un piccolo teatro, come fanno nei parchi di certe città? -
- Già, è vero: il Teatro dei Burattini! Una volta passò anche nel mio paese, e io vi conobbi tanti amici, tra cui Arlecchino, e poi il burattinaio, Mangiafuoco. Lo sai, Fido, che proprio Mangiafuoco, donandomi cinque zecchini d'oro, fu colui che mi procurò una serie infinita di avventure e disavventure? -
- Davvero, Pinocchio? E allora prendi spunto da lui e inventa anche tu il teatro dei burattini. Ti aiuterò anch'io, basta che trovi una parte interessante anche per un cane parlante come me -
- L'idea non è male: ma ci vuole almeno almeno un altro burattino come Arlecchino, se no che teatro dei burattini è? -
Pinocchio si convinse che Fido gli aveva dato un'idea meravigliosa. Bisognava procurarsi un bel pezzo di legno, una sega, una pialla e uno scalpello.
Nessun commento:
Posta un commento