martedì 22 maggio 2012

Pinocchio ancora burattino: 63. Un pranzo meritato

- Troppo facile, eh, Pinocchio! Credevi di essere stato proprio così bravo? Ti ho aiutato io con le mie arti magiche, altrimenti saresti ancora lì dentro legato alla catena. Ti ho preso in simpatia e mi sto divertendo come fa il gatto con il topo. Che tu voglia o non voglia, resterai con me per un bel po' di tempo, e poi ti lascerò andare. Non vorrò nessun riscatto, ma tu mi aiuterai a fare una cosa che avrà un grande valore anche economico -
- Come? - disse Pinocchio. - Non ti bastano le tue magie? -
- Le mie magie, caro Pinocchio, come tutte le magie durano poco. Ci vuole altro, nella vita, per avere delle qualità che valgono per sempre, e fra queste ci sono l'intelligenza e la tenacia, e mi pare che tu le possieda tutte e due -
Pinocchio s'inchinò davanti al mago, sorridendo con un pizzico d'ironia. - Grazie, signor Bieco, cercherò di aiutarti, se mi sarà possibile -
- Bene - disse Bieco. - Ora andiamo a pranzo, perché ve lo siete meritato. Siete stati molto bravi tutti e due, anche se io vi ho aiutati con la mia magia -
Così fecero. Il mago aveva fatto preparare da una serie di domestiche e di domestici un pranzo meraviglioso, con zuppa fumante, maialino arrosto, insalate, zucchine ripiene, vinello del Chianti, e poi dolci e frutta secca in quantità. Pinocchio non consumava più un pasto così abbondante da tanto tempo, e poi il mago Bieco dimostrò di essere molto più simpatico di quanto non dicesse il suo nome.

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