La prima notte trascorsa in carcere, fu molto movimentata, per il povero Pinocchio. Erano passate appena due ore di vero sonno ristoratore, anche se in catene e su un misero pagliericcio, quando il burattino sentì tremare le mura non solo del carcere, ma dell'intero castello.
Che cos'era quell'orrendo rumore? Dal finestrino, là in alto, si scorgevano dei guizzi di grandi fiammate. Rumore di tuoni? Esplosioni di fulmini? Impossibile: quelle erano vere e proprie cannonate, che colpivano ripetutamente le robuste mura.
Si sentiva anche il rumore di alte onde di mare che si infrangevano oltre il fossato del castello. Ma come era possibile? Il mare era molto lontano da quel territorio dove si apriva anche la grande vallata del castello.
Si sentivano anche forti urla umane. - Ciurma, all'assalto! Prendiamo quel maledetto castello! Prendiano quel malefico mago di Torvilandia! Arrendetevi! -
Il cane Fido guaiva dalla paura, e si rivolgeva implorante a Pinocchio. - Ma che cos'è questo inferno? Non è possibile che ci sia un attacco di pirati! E da quali navi vengono, da quale mare, se il mare è almeno a cinquanta miglia da qui? Pinocchio, rompiamo queste catene e cerchiamo di fuggire! -
Pinocchio ci stava provando, ma quelle catene erano troppo robuste. Sperava che il mago, o qualche guardia del castello, prima di fuggire, si ricordasse di loro, altrimenti avrebbero fatto una gran brutta fine.
O era soltanto un sogno? Pinocchio si strofinava gli occhi, si grattava la punta del naso: no, era tutto vero, il cane Fido lo confermava col suo penoso guaito e i suoi lamenti.
Ad un tratto, una palla di cannone seguita da una fiammata violenta precipitò dalla finestrella proprio ai piedi di Pinocchio.
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